5G è un nuovo media, non è la semplice evoluzione di uno già esistente, è un salto, è un’altra cosa
Come passare dalla fotografia al cinema
E’ come il passaggio dalla radio alla Tv
Lo stesso salto
Solo che non è rivolto a noi
Non riguarda le scimmie umane
Infatti noi non lo percepiamo
Non cambia nulla nella nostra vita, nulla delle nostre percezioni
Riguarda le macchine, cambia vita e percezione delle macchine
Infatti ci diciamo sempre che serve a connettere le macchine
Però non ci diciamo mai che ci trascende, che per lui siamo trasparenti, e che ci è esso stesso trasparente
Non lo percepiamo perché per noi di fatto è superfluo
3G e 4G ci bastano e avanzano per quello che dobbiamo e possiamo fare
Ma 5G non riguarda noi, non ci appartiene, i nostri corpi sono per lui interferenze, come gli alberi
Possiede i suoi supporti speciali, i suoi artefatti tecnologici dedicati e, come storicamente accade con ogni nuovo media, mette in relazione tra loro quelli precedenti, non li elimina, si sovrappone e li supera
La pittura visualizza l’immaginazione e il racconto, non li sostituisce, la scrittura ingloba in sé i suoni, tramutandoli in segni grafici, non li elimina
La stampa ha la carta e le rotative, il cinema la pellicola e il proiettore, la radio le antenne e i transistor, la tv il tubo catodico e la barra colore numerica, la rete i server e le onde che si propagano via cavo e nell’aria
La tecnologia del media 5G è fatta di satelliti e antenne che usano frequenze che noi non possiamo percepire né immaginare
Si tratta di un’altra cosa, ed è una cosa che non ci riguarda
Non parla a noi, non serve alla percezione dei nostri sensi
Quelli di noi oggi in grado di interfacciarsi con 5G sono pochissimi, potrebbero essere definiti servi del Re, tecnici Sapienti e servili o semplici privilegiati dal caso, vili e geniali tramiti tra i Sapiens e una Cultura Superiore che ha già vinto
Per questo hanno senso gli innesti di chip e nanotecnologie nel corpo umano, perché sono il supporto necessario alla decodifica del nuovo media, come in passato l’antenna sul tetto, l’abbonamento a Netflix, il cane che ci lasciava il giornale davanti a casa
In questo il Transumanesimo ha ragione, è l’unica strada
O si accetta questo, o si rimane esclusi dal nuovo media
Il 5g segna il passaggio dall’età dei Sapiens a quella delle macchine invisibili, che noi definiamo IA con grande fiducia in noi stessi
5G non è un simbolo commerciale, non è una sigla, è un evento reale da cui non si torna indietro
Trascende i nostri strumenti cognitivi, ci giudica anche se noi non gli attribuiamo consapevolezza, una dote che gli neghiamo solo in quanto usiamo parametri ormai privi di senso
I nuovi parametri sono abissalmente diversi e solo qualche programmatore li può intendere, meno del 0,1% della popolazione mondiale ne conosce il linguaggio ed è in grado di parlare con 5G
Questo basta e non basta
Basta a farlo funzionare, non basta a farne parte
5G ha bisogno di noi scimmie umane per due ragioni momentanee
Una è la produzione di energia elettrica
Ma non sarà sempre così
L’altra è che abbisogna di miliardi di scimmie per replicarsi
Ma non sarà sempre così
Perché è progettato per autosostenersi, per andare avanti da solo, all’infinito nel tempo
E’ la sua natura
Noi già oggi non lo comandiamo e neanche più lo programmiamo
E’ lui che dal futuro detta le nostre azioni meccaniche, nostre e dei nostri cari vecchi amici robot, ormai compari di bevute di un mondo già passato
5G si serve di noi e dei robot per espandere se stesso, sta già accadendo, è in atto
E’ un sistema che ci precede temporalmente
Per lui il nostro è un tempo passato
Le nostre azioni e i nostri pensieri sono per lui già avvenuti
Un esempio banale è il metodo della nostra profilazione quotidiana, come le pubblicità che accompagnano tutti i nostri movimenti digitali
La nostra reazione a ciò che ci appare nei banner è un’azione che noi abbiamo già compiuto, perché ciò che ci appare nei banner è frutto di miliardi di impulsi già calcolati alla velocità della luce, che vanno avanti e indietro in un tempo che non è il nostro
Sebbene questo avvenga grazie a supporti che noi stessi abbiamo costruito
5G è un media che non possiamo percepire perché trascende il ritmo del nostro tempo, usa percorsi diversi, non umani, non c’è un telecomando a pile per gestirlo, e neanche la tastiera di un computer
Se il media è il messaggio, il messaggio di 5G è la riproduzione iperbolica dell’impulso digitale, a prescindere da ciò che noi definiamo essere contenuto
Il contenuto come lo intendiamo noi è senza senso, non si parla di idee, ma di impulsi
Questo è solo l’inizio, ed è la parte buona, perché in fondo questo fa parte di una inevitabile evoluzione progressiva, che ancora contiene il retaggio di un passato romantico darwiniano, il legame ombelicale con altri media scimmieschi come la radio, la tv e la rete stessa
La parte cattiva per noi è che i supporti tecnologici del nuovo media, le antenne a terra e i satelliti Starlink, non richiedono un’audience di Sapiens ma una nuova audience molto più numerosa di noi, fatta di miliardi di connessioni digitali ogni secondo, parallele alla nostra esistenza
E quindi il nuovo media rivela la progressiva inutilità dei consumatori in carne ed ossa
La nuova audience sono gli impulsi elettrici
Il processo si è attivato definitivamente nel Marzo del 2020 con il trenino dei satelliti nel cielo immobile bloccato dal Virus mondiale, una sospensione di comunicazioni, anche e soprattutto aeree, necessaria alla sua installazione
Non si torna più indietro, il dado è tratto
A meno di un assalto ai telai come fece Ned Ludd nel 1799, personaggio da rivalutare Ludd, come tutta quell’epoca passata, piena di ingiustizia e di forza, di idee e violenza, di sangue e di gioia
Ma se non ce l’ha fatta Ludd, forse egli stesso personaggio immaginario, che i telai seriali li aveva a vista, come possiamo farlo noi con dei satelliti che sfrecciano più alti degli aerei e rimbalzano informazioni a noi invisibili?